Dalla prima rampa di salita delle mura, si giunge al secondo portale, sormontato da una Torre con due piombatoi. Una lapide di pietra con gli estremi bassorilievi d’armi, dice: “Conteret et Confriget”, terribile ammonimento: stritolerà e spezzerà. Si entra, quindi, in un buio porticato dove si trova la cappella votiva della Madonna delle Grazie. Sull’arco del porticato è scolpito lo stemma dei Benedettini: si sale sempre. Ancora mura, ancora feritoie. Un altro portale con cancellate di ferro: sopra, a strapiombo, la Torre del Pennello, antico corpo di guardia dei frati, detto”l’uomo armato” : qui gli stranieri deponevano le armi prima di entrare nella fortezza. Salendo a sinistra, oltre gli scudi di ferro dei cannoni, per una piccola rampa si raggiunge lo spiazzo detto Sul Cannone, da questo bastione, il bombardiere veneto: Maestro Giuliano, citato nell’opera di P.P. di Ribera, sparò, addì 5 agosto 1567, i primi colpi di cannone all’avvicinarsi della flotta turchesca, la quale assediò i Lateranensi per ben tre giorni. Anche in epoche successive, il bastione del Cannone mostrò la sua importanza strategica. Nel 1807, il tenente Filippo Neri, sotto il regno di Giuseppe Buonaparte difese l’isola contro una flotta anglo- russa. Nel 1915, allo scoppio della prima guerra mondiale, anche gli austriaci puntarono i loro cannoni su Tremiti per un eventuale embargo con i porti del sud, e l’artiglieria posta sul cannone fece sentire i suoi colpi. Nell’ultimo conflitto mondiale, sul bastione, fu aggiunto un anello di cemento con un cannone girevole che, non fu utilizzato per il ridotto impegno strategico delle Tremiti.