Il pomodoro del Piennolo: l’oro rosso di Mimì

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di MariaTeresa De Nittis

Il dipinto di stile figurativo ‘E Piennole ‘e Mimì (sotto la tettoia), fa parte del ciclo“autobiografia”, e “passaggio di consegne di memorie”, un gruppo di lavori realizzati tra il 2006 e il 2015. Con questo ciclo ho voluto affrontare  un percorso culturale e di ricerca su temi legati ai colori e al racconto del mondo rurale, ormai scomparso, delle isole Tremiti. “ ‘E Piennole è un omaggio alla memoria di mio padre, un uomo che ha legato indissolubilmente la sua vita alla terra di Tremiti, coltivandola fino alla fine dei suoi giorni. I grappoli di pomodorini, erano il suo orgoglio e li conservava appesi  al camino e sotto la tettoia della vecchia casa  contadina.

Il Re dei regali dei nostri cugini napoletani quando venivano a farci visita a San Domino, erano precisamente semi e piantine di questa varietà pregiata di pomodori del Piennolo, una cultivar di pomodoro dalle origini antiche e dal sapore unico. Le origini del Pomodoro del Piennolo  risalgono al XVII, quando il vicerè del Perù, in occasione dell’incoronazione di Re Ferdinando IV portò in dono dei pomodori che furono piantati alle pendici del Vesuvio, zona estremamente fertile.

Il Pomodoro del Piennolo è caratterizzato dalla sua particolare capacità di conservazione, grazie ai grappoli che si formano sulla pianta e che permettono ai pomodori di rimanere appesi a lungo, anche durante i mesi invernali. Non meno fertile, il terreno di San Domino delle pendici vulcaniche e altrettanto ben esposto al sole tanto da favorire lo sviluppo dei pomodori, conferendo loro colore rosso, un sapore intenso e un caratteristico aroma.  La parola “Piennolo” deriva dal napoletano “pigna”, che significa “grappolo” e, descrive l’aspetto dei pomodori che, una volta raccolti, vengono legati insieme a formare dei grappoli appesi. Questo metodo tradizionale di conservazione è una delle caratteristiche distintive di questa varietà, probabilmente all’origine del suo nome curioso e affascinante. Si narra che in passato, le donne dei pescatori, esperte nella lavorazione delle reti da pesca, applicarono la stessa maestria nell’intrecciare i nodi delle piante di pomodoro del Piennolo , gesto simbolico che rappresenta la connessione profonda tra la tradizione marittima e l’agricoltura locale, conferendo al pomodorino una dimensione culturale unica. Abbinato a prodotti tipici del territorio come il pane casareccio, l’olio extravergine di oliva e i formaggi locali, diventa un omaggio unico per ogni momento condiviso. Il Pomodoro del Piennolo, grazie al suo sapore intenso e alla polpa densa, è perfetto per la preparazione di sughi, salse e condimenti. Si presta bene anche alla preparazione di conserve e passate. È possibile utilizzarlo in molteplici ricette, come la famosa “Pasta al Pomodoro del Piennolo”, una delizia che esalta il gusto autentico di questo pomodoro unico. Il Pomodoro del Piennolo si presta ad abbinamenti gustosi con altri ingredienti. Può essere utilizzato per preparare antipasti, insalate, bruschette e piatti principali. L’accostamento con la mozzarella di bufala campana, il basilico fresco e l’olio extravergine di oliva è un classico intramontabile che celebra i sapori mediterranei e delle nostre isole. Achille Bruni nel saggio “Degli ortaggi e loro coltivazione presso la città di Napoli” del 1858,descrisse i pomodori a forma di ciliegia che potevano mantenere la loro freschezza fino alla primavera, purché fossero legati in serti e appesi alle soffitte o in luoghi freschi e lontani dal sole.

Galleria fotografica:

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M.Teresa De Nittis, ‘E piennole ‘e Mimì (sotto la tettoia),acrilico su tela,cm.35 x 45, 2009
Collezione De Nittis-Desiderio.

M.Teresa De Nittis, Sotto il portico della casa materna, acrilico su tela cm.30 x 35, 2009 Collezione De Nittis-Desiderio.

Domenico De Nittis(Mimì), Raccolta del Piennolo, 1980.