Itinerari archeologici a Nord-Ovest di San Domino e la Preistoria delle isole Tremiti di Pio Fumo

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di Maria Teresa De Nittis

Dopo cala Tamariello,  punta del Coccodrillo e Cala Tonda, si apre il grande semicerchio di cala Tramontana; segue punta del Vuccolo, piccolo promontorio molto sporgente che chiude a sinistra cala degli Inglesi. Il versante N-N.W. dell’isola di San Domino costituisce un itinerario del più alto interesse paesistico e umano; esposto ai venti di Tramontana ( secondo la tradizione il nome deriva dal paese di Tramonti, situato a nord di Maiori ai tempi della repubblica marinara di Amalfi. Il nome si sarebbe diffuso con le bussole che gli amalfitani usarono per primi in Occidente. Nelle bussole non erano riportati i punti cardinali ma i venti, da cui il nome ancora diffuso di rosa dei venti per la stella di puntamento al centro del quadrante). che piegano e bruciano le verdi pinete. Il mare, qui, rumoreggia frangendosi con violenza contro la costa arida e selvaggia, più salato e penetrante è il profumo del rosmarino, della cineraria e del mirto. All’interno di questa fascia costiera furono rinvenute le più antiche testimonianze di insediamenti umani nelle isole Tremiti e una necropoli neolitica. I primi ritrovamenti preistorici si devono al geologo Squinabol con le ricerche effettuate tra il 1895  e il 1906; si trattava di frammenti di vasi fittili di impasto grossolano, con decorazioni impresse ad unghia, a stecco o con gusci di conchiglie, che Squinabol avvicinava al tipo di Pulo di Molfetta e selci (coltellini, punteruoli, asce) lavorate a scheggiatura grossolana quale si nota in gran parte dei manufatti litici del Gargano oltre a numerosi oggetti di ossidiana rappresentati da lame a margini taglienti, da micro bulini e da alcune lamette a dorso ribattuto. Fu scoperta una enorme quantità di residui di lavorazione, a testimoniare l’esistenza di una importante officina litica. A 48 anni di distanza dall’epoca delle escursioni di Squinabol, le ricerche al (1)Gargano e alle isole Tremiti furono riprese da Francesco Zorzi, professore di Storia Naturale a Verona. Il resoconto repertoriale delle scoperte del prof. Zorzi  fu pubblicato nel 1950 nelle “Note Paletnologiche relative al Promontorio Garganico e alle Isole Tremiti e raffronti con l’industria “Campignana” del Veronese. Sulla Preistoria delle isole Tremiti,le trattazioni esistenti sono rare. Pio Fumo,per la sua profonda passione archeologica, e vasta conoscenza del piccolo arcipelago e la lunga esperienza di vita passata alle Tremiti,pubblicò nel 1980 un volume di 230 pagine riccamente illustrato con tremila disegni e 25 foto di oggetti neolitici raccolti sulle isole che avevano raggiunto un livello sociale ed economico non inferiore a quello delle restanti regioni dell’Italia meridionale.

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(1) Preistoria -Da molti luoghi del gargano si ebbero numerosi amigdaloidi di selce, sia delle fogge primitive lavorate con larghe scheggiature, sia esemplari più finiti per ulteriori ritocchi. Insieme agli amigdaloidi nelle stesse località garganiche G.Nicolucci, l’Angelucci e altri ricercatori raccolsero punte, raschiatoi, ecc., delle fogge di Le Moustier. Come da altre regioni d’Italia estese verso l’Adriatico anche dal Gargano vennero in luce, copiose asce di selce scheggiata, picchi, tranchets: manufatti caratteristici del Campionano. Stazioni neolitiche erano diffuse dappertutto nelle attuali provincie pugliesi e nelle prossime isole adriatiche, come le Tremiti, donde si ebbero asce levigate e una bella ceramica. Particolarmente notevoli i villaggi di Coppa Nevigata presso Manfredonia e del Pulo di Molfetta, nei quali le capanne non erano, come a Lesina, infossate nel terreno, ma carattere reputato di maggiore recenziorità, a fiore di terra. (Enc. Treccani, 1949- voce Puglia pp 505-523).