di Maria Teresa De Nittis
Questa suggestiva caletta, lunga e stretta, chiusa a sinistra da punta del Diamante, in passato, poco frequentata e ancora meno fotografata, trae il nome dai gamberi che i locali chiamano “amarielli”. Nei suoi anfratti, un tempo, il mare depositava i frutti legnosi delle castagne d’acqua ( Trapa natans) trascinate dal Po, fino all’Adriatico, per i tremitesi “Cappiello ‘e prevete”.
All’indomani di una mareggiata, i nativi ”si affacciavano sugli scogli” alla ricerca di queste curiose “rosette” nerastre, nel torbido della “ stracquatura”, tra le fessure degli scogli.
L’uso di portare una piccola castagna d’acqua appesa al collo divenne una moda che contagiò anche i turisti e un segno di appartenenza al Club della “Filibusta” ideato dal geniale Astro Fulgente (primo animatore del Villaggio Touring Club alle Tremiti) intorno agli anni ’70.
A Tamariello si accede direttamente al mare dai sentieri soprastanti alla pineta e ai terreni agricoli dei F.li De Nittis . In questa cala è possibile l’attracco di piccoli natanti.
Sulla sponda a destra, la Cala, gestita da Michele De Nittis, è attrezzata con pedane, ombrelloni e un piccolo chiosco ristoro. La riva opposta, è riservata agli ospiti del Villaggio Internazionale.
Nella galleria fotografica alcuni scatti del sentiero che degrada alla scogliera di Cala Tamariello attraverso la pineta di pini d’Aleppo e la macchia a lentisco. Questa fascia costiera(Gariga) soggetta all’azione diretta dei venti marini è caratterizzata dal prevalere di arbusti la cui altezza massima raggiunge i 40 cm (camefite), quali l’elicriso italico e dallo spazzaforno. A completamento dell’itinerario una foto di Astro Fulgente e alcune riproduzioni (Albargiva creazioni) in ceramica della castagna d’acqua.
Galleria fotografica: