“Adua è nostra!”

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di Maria Teresa De Nittis

Nel Settembre del 1935 in Germania venivano stipulate le leggi razziali anti-ebraiche (leggi di Norimberga) e il 2 ottobre, iniziava la campagna d’invasione dell’Etiopia da parte dell’esercito italiano. Il discorso pronunciato dal Duce era un concentrato di tutte le più importanti argomentazioni care ai nazionalisti e ai fascisti: la volontà di riscattare la disfatta di Adua del 1896, la vittoria mutilata dopo la prima guerra mondiale, lo scontro tra nazioni borghesi e nazioni proletarie. Il 3 ottobre le truppe italiane invasero l’Etiopia dall’Eritrea, occupando in breve tempo Adua, Axum, Adigrat, Macallè. Svolta fondamentale nell’evoluzione della dittatura fascista, la guerra d’Etiopia provocava il triste ravvicinamento tra l’Italia e la Germania.

Nata nella colonia di Tremiti

Adua Pasqualina , quarta dei sette figli di Sciusco Giuliano ( agricoltore e Capostipite) e Tullia Matilde Greco , nacque nella povera stanza di pochi metri quadrati in cima alla “Sentinella del Castello” di Tremiti.

Il Cavaliere di San Nicolò col suo maiestatico sperone circolare domina da millenni gli accessi dell’isola dalla parte Nord -Est, libera da fabbriche e fortificazioni. Ai piedi dell’imponente torrione, i canonici avevano iniziato una “tagliata” nella viva roccia che non fu mai completata. Per proseguire sulla strada in direzione del cimitero comunale è necessario  attraversare l’ angiporto, oggi messo in sicurezza, che passa “sotto il semaforo”. Strette scalette in pietra  portano alla soglia dove nacque mia zia,il 24 dicembre 1935. Era una gelida vigilia di Natale nella Colonia penale a regime di polizia fascista delle Isole Tremiti, istituita già nel 1926 per controllare e reprimere l’antifascismo. Con il Popolo al confino,  l’era fascista portò anche in dote i nomi legati alle gesta italiche ragion per cui la nascitura fu chiamata Adua (1) in memoria dell’ impresa coloniale in terra d’Africa. In antitesi, il secondo nome della nonna materna, Pasqualina, soprannominata “Pascarella”, convertì la sua nascita in un giorno gioioso. Per gli abitanti e i prigionieri a confino si accese la luce viva della speranza, prenunzio di libertà.Tra le desolanti costruzioni dei detenuti, in quella silenziosa Notte Santa, rotta soltanto dagli umori del mare sui fianchi rocciosi dell’isola, il vento da Levante odorava di sanguinaccio, vincotto di fichi, frittelle e crustoli.  Luana Mannini, nipote amatissima del Commendator Vincenzo Carducci, ricorda che a tenere a battesimo la piccina furono sua madre Anna e suo zio Michelino.  

Trascorso ancora un decennio dopo la tempesta della guerra e la caduta del nazi-fascismo Adua era cresciuta esile con una testa di capelli rossie ricci. Nel 1946 si trasferì a San Domino assieme a genitori, il fratello Francesco (Ciccillo) e le sorelle maggiori Anna e Alba in una delle ventotto  casette  assegnate dal Comune ai Capofamiglia di Tremiti. Le casette erano composte da un pianterreno coperto da tettoia e un deposito centrale per gli attrezzi agricoli e ospitavano ben due famiglie di fittavoli.

Adua ha vissuto a Tremiti fino all’età di ottantaquattro anni. Il 20 maggio del 2019 fu colpita da un ictus nell’umile alloggio, contiguo alla casa patronale dei Sciusco, in cui aveva condiviso giorni felici di giovane sposa con Antonio Pica, il suo unico grande amore e giorni di dolore e incertezze anche economiche, della donna rimasta vedova troppo presto con due figli, Pasquale e Giuliano da crescere senza un padre.

 E’ inutile che io dica quanto debba a questa zia per l’affetto e per i suoi sentimenti purissimi nei miei confronti e la commozione che provo a raccontare alcuni frammenti della sua semplice vita. Dopo la solitudine dei mesi invernali Adua rifioriva. La bella stagione iniziava a Maggio con la raccolta dei capperi da “capare” e distribuire sotto sale nei vasetti per i turisti  e da Giugno fino a metà Settembre con l’ultimo “cambio del Touring Club”, quando le isole piene di animazione si svuotavano come minacciate da un oscuro morbo: l’abbandono.

Alla vista di chi ritorna dopo qualche anno, apparentemente, non vi è nulla di cambiato a Tremiti: San Nicola sembra uscire da un codice miniato del Trecento con le mura muffite e i bastioni che la circondano ancora, la salita dalla marina fino al tempio di Santa Maria che rimane sospeso lassù in un mistico tramonto, tra sprazzi di azzurro e oro. Difronte si contrappone San Domino ammantata di pini d’Aleppo e con tutte le sue possibili varianti di incontro con il mare.

Per ritrovare la parentela tra gli antenati e gli eredi bisogna venire qui e immergersi nel silenzio in cui battono le ali delle diomedee, lo stesso silenzio che circondava Lucio Dalla, tanto amato da Adua, quando traeva dal suo cuore le note de “la casa in riva al mare”, viaggio ambito verso una libertà incondizionata e senza vincoli.

(1) Attualmente Adua (in tigrino: ዓድዋ anche scritto Adwa o Aduwa) è una città-mercato separata nel nord dell’Etiopia nella regione del Tigrè;  meglio conosciuta come la comunità prossima alla decisiva battaglia di Adua combattuta nel 1896 contro le truppe italiane. Più specificamente, i soldati etiopi hanno vinto la battaglia, diventando così l’unica nazione africana a contrastare il colonialismo europeo Adua è sede di diverse chiese importanti: Adwa Gebri’el Bet , Adwa Maryam Bet, Adwa Medhane ‘Alem Bet …. Vicino ad Adwa si trova il Monastero di Abba Garima, fondato nel sesto secolo da uno dei Nove Santi e conosciuto per i suoi vangeli del X secolo. Nelle vicinanze si trova anche il villaggio di Fremona, che era stato la base dei gesuiti nel XVII secolo invitati per convertire l’Etiopia al cattolicesimo.  

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Galleria fotografica:

1-Adua adolescente tra le margherite nel giardino di casa a San Domino

2-Le scalette in pietra che portano alla soglia dove Adua nacque, il 24 dicembre 1935

3-L’imponente bastione del Cavaliere di San Nicolò col semaforo

4-“Il Tricolore su Adua” titolo in copertina dell’edizione straordinaria della Gazzetta del Popolo,lunedì 7 ottobre 1935

 5-San Domino 28 ottobre 1940. Foto di gruppo di soldati tremitesi all’indomani dell’annuncio del Duce della dichiarazione di guerra(10 giugno 1940),a ds Sciusco Giuliano col Tricolore.

6-Processione di S.Maria a Mare. Partenza del barcone  addobbato a festa dalla banchina di S.Nicola. Tra i paramenti sacri, si nota la statua lignea originale della SS. Vergine (sec.XI),In primo piano, Adua tra le fanciulle di Tremiti vestite di bianco.

7-Adua Sciusco e Pica Antonio sposi alla marina di San Nicola

8-San Severo,foto di famiglia al matrimonio di Elena Sardella.Da sinistra:Anna e Adua nel lutto della vedovanza; Cristina e il marito Biagio Sardella; Domenico De Nittis e la moglie Alba

9-Adua e Lucio Dalla durante l’ultimo concerto a San Domino, Piazza Pertini, 30 giugno 2011

10-Adua e con il figlio Giuliano